Qualcuno giura di aver visto un’Aprilia nera targata 777 aggirarsi per l’Isola sabato pomeriggio. A bordo però non c’erano Sandro Bezzi ed Ezio Barbieri con i loro compari, ma giornalisti, funzionari antimafia del comune di Milano e rappresentanti dell’Associazione Antigone. Ecco come le storie della Ligera del dopoguerra possono aiutare a vincere battaglie di oggi.
La presentazione del libro di Ezio Barbieri sabato allo spazio Mercury di via Thaon de Revel è stata un momento quasi commovente. C’era il coautore del libro naturalmente, Nicola Erba, supportato dal giornalista Piero Colaprico (giornalista di “nera” e giallista), per raccontare la storia del brigante gentiluomo che nel dopoguerra aveva imperversato per Milano con rapine e furti anche clamorosi.
Ma c’era anche Luca Beltrami Gadola, del Comitato Antimafia del Comune di Milano, a rimarcare come la mala di allora, la cosidetta Ligera, da sempre avvolta da un alone di mistero romantico e spesso citata nelle canzoni popolari milanesi, nulla abbia a che fare con la criminalità organizzata di ora, violenta, ripugnante e senza scrupoli, che nessuna simpatia può riscuotere tra la popolazione, e come questa possa e debba essere combattuta.
C’era anche Andrea Molteni dell’Associazione Antigone, che prendendo spunto dalla storia carceraria di Barbieri, crudele e brutale come solo le prigioni di allora sapevano essere, ha presentato i disegni di legge di iniziativa popolare sulla Tortura (introduzione del crimine di tortura), le carceri (in materia di diritti dei detenuti) e le droghe (depenalizzazione del consumo e riduzione dell’impatto), che molti dei presenti hanno sottoscritto.
E poi c’erano gli abitanti del quartiere, che di Barbieri avevano solo sentito parlare da bambini e che hanno portato la loro testimonaianza. E anche qualche vecchia gloria della mala di allora, nascosta tra il folto pubblico, ma che non è sfuggita ai “ragazzini” del dopoguerra. E inevitabile è scattata qualche foto-ricordo dei tmpi che furuno.
Infine una lunga intervista a Ezio Barbieri oggi novantenne. Era atteso qui a Milano per la presentazione del suo libro, ma un problema di salute l’ha costretto all’ultimo in ospedale. Peccato che questa volta non si riuscito a evadere.