http://ad.zanox.com/ppc/?24071337C99788162T

Non usciamo dai binari

Ottobre 30th, 2013 by milanoisola Categories: News No Responses

Ecco ci siamo, il momento fatidico è arrivato. Entro la fine dell’anno Comune, Regione e Ferrovie dello Stato dovranno trovare un accordo sugli scali ferroviari dismessi, fra cui lo Scalo Farini, e le associazioni di cittadini si stanno già muovendo: parola d’ordine, il VERDE.

La trattativa è ormai a una svolta. Rimane solo un nodo da sciogliere, cioè dove investire i 50 milioni di plusvalenze derivanti dalla valorizzazione e vendita delle aree che l’accordo di programma rende per due terzi edificabili. Riportiamo dal sito del Corriere:

“A otto anni dall’avvio dell’accordo di programma, interrotto nel 2010 con l’amministrazione Moratti, in sede di controdeduzioni al Pgt, e ripreso in mano dall’assessora all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris, prende corpo un piano che potrebbe veramente cambiare il destino di sette grandi aree cittadine – Farini, Greco, Lambrate, Porta Romana, Rogoredo, Porta Genova, San Cristoforo -, ricucire quartieri divisi, cancellare zone di degrado e abbandono. Nel pacchetto non c’è solo un capitolo che parla di bonifica dei suoli e riqualificazione ambientale, c’è anche un’offerta abitativa di housing sociale con affitti calmierati che Cassa Depositi e Prestiti – scesa in campo da qualche mese – si propone di realizzare: 2.600 alloggi in una (Lambrate), massimo tre localizzazioni.

C’è un oceano verde grande mezzo milione di metri quadrati: una sorta di Central Park spalmato in città. E c’è anche un parco lineare di 100 mila metri quadrati a San Cristoforo, tale da collegare la zona Navigli con il comune di Corsico. Ci sarà, certamente, cemento nelle due più grandi aree dismesse, gli scali Farini e Porta Romana. Dalle plusvalenze potrebbe nascere un secondo Passante ferroviario, ma anche nuove stazioni in città. Non è escluso che la Regione chieda treni nuovi per i suoi pendolari. Ma neppure che FS pensi di investire, invece, in alta velocità. Ma il cosiddetto «carico urbanistico», la superficie edificabile, crolla del 33 per cento rispetto alla versione dell’accordo ante Pgt”.

20130411_Tav0

E finalmente sono stati coinvolti anche i cittadini. Per quanto riguarda lo Scalo Farini, quello che più ci interessa per evidenti ragioni prossimità, si è tenuto lo scorso 29 ottobre un incontro aperto alle associazioni della zona 9 presso la sede del CAM in Via Della Pecetta, 29, sul tema “TRASFORMAZIONI DEGLI SCALI FERROVIARI, UN CONFRONTO SU ATTESE, ESIGENZE E DESIDERI DEI SOGGETTI LOCALI. LO SCALO FARINI”.

Lo ha convocato il gruppo di lavoro del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (DAStU) del Politecnico di Milano, incaricato dall’Assessorato all’Urbanistica, Edilizia privata e Agricoltura del Comune di Milano di avviare un confronto per la definizione di linee di intervento per la trasformazione degli scali ferroviari. In particolare per raccogliere delle indicazioni rispetto a esigenze, attese e desideri dei cittadini al fine di promuovere l’attivazione di progetti condivisi e credibili.

Il confronto e l’ascolto attivo si sono svolti in particolare su tre temi:

  • Spazi aperti: come possono essere pensati e posizionati gli spazi aperti all’interno delle aree? Occorre rispondere a questa domanda da tre punti di vista: in termini di localizzazione dei nuovi spazi aperti all’interno delle aree di trasformazione; in termini di connessioni tra questi e gli spazi aperti esistenti nell’intorno, attraverso ad esempio dell’individuazione di sistemi più ampi; in termini di funzioni che vi potranno essere ospitate.
  • Bordi: quali relazioni tra la città a confine delle aree di trasformazione e le aree di trasformazione stesse? Su questo aspetto occorre riflettere su quelle aree che potrebbero rappresentare delle importanti zone di connessione e ricucitura tra parti di città ora separate, sia in termini di forme e materiali urbani, sia in termini di funzioni.
  • Servizi: quali servizi e funzioni pubbliche possono essere ospitati all’interno delle aree? Occorre indicare quali tipi di nuovi servizi sarebbe auspicabile che venissero insediati nelle aree di trasformazione, anche in risposta ad eventuali carenze nelle dotazioni pubbliche allo stato attuale e/o in previsione della domanda che si genererà in seguito alla trasformazione degli scali.

Il vicesindaco De Cesaris ha assicurato di non essere disponibile a cedere di un millimetro: “Siamo convinti che il patrimonio di FS appartenga a tutti i cittadini, anche se per una scellerata legge dello Stato è considerato patrimonio privato”. In questo caso De Cesaris ha un mandato preciso da parte dell’Isola: come ha rivelato, senza troppe sorprese, un questionario consegnatole due anni fa dai ComitatixMilano, la richiesta più pressante è quella di verde pubblico. Chissà se questa volta qualcuno presterà ascolto. A giudicare dalla riunione di ieri in molti sono determinati a insistere su questo punto.